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Comunicati stampa Bocconi | 08/11/2023
Le scienze cognitive che aiutano a capire l'economia

Le scienze cognitive che aiutano a capire l'economia

SI INAUGURA OGGI, 8 NOVEMBRE, LA CATTEDRA FONDAZIONE ROMEO ED ENRICA INVERNIZZI IN BEHAVIORAL ECONOMICS AND FINANCE DI NICOLA GENNAIOLI

Con la Cattedra Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi in Behavioral Economics and Finance, che sarà inaugurata oggi, 8 novembre (Aula Manfredini, via Sarfatti 25, ore 18,15), l’Università Bocconi rimarca la rilevanza delle scienze cognitive nello studio dell’economia.
 
Nicola Gennaioli, titolare della nuova cattedra e direttore dell’Igier Bocconi, approccia l’economia e la finanza in modo critico e innovativo, come chiarirà nella Lectio Inauguralis. All’evento di lancio parteciperanno anche Michael Kahana (Edmund J. and Louise W. Kahn Term Professor of Psychology, University of Pennsylvania) e Giovanna D’Adda (Università degli Studi di Milano), oltre al presidente della Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi, Giuseppe Bertoni, e al rettore, Francesco Billari, e al presidente, Andrea Sironi, dell’Università Bocconi.
 
La cattedra in Behavioral Economics and Finance è una delle 24 cattedre intitolate della Bocconi, di cui quattro dalla Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi.

“La cattedra in Behavioral Economics and Finance testimonia l’interesse della Bocconi a spingere oltre i confini tradizionali disciplinari, mescolando le scienze cognitive e comportamentali all’economia e alla finanza anche grazie al supporto della Fondazione Invernizzi», spiega Francesco Billari, rettore della Bocconi. “Le scienze sociali sono il nostro ambito naturale, in particolare quando riusciamo a far fruttare connessioni promettenti tra diverse aree. La ricerca di frontiera nasce e si sviluppa da queste connessioni e solo così può avere un impatto reale sul mondo. Capire perché prendiamo certe decisioni e assumiamo certi comportamenti sia come persone che, come organizzazioni, contribuirà a migliorarci come individui e come società”.
 
“Non è certo una sorpresa se, nella società attuale, si assiste sempre più spesso a scelte individuali e collettive che poco hanno di razionale”, sottolinea Giuseppe Bertoni, presidente della Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi. “Di qui la necessità, per gli analisti, di attrezzarsi anche sul piano psicologico per meglio comprendere il comportamento degli operatori. Ciò è vero sia campo economico sia in riferimento ad aspetti più generali della società. Ne sono esempi le scelte antiscientifiche osservate anche nel corso degli ultimi anni. Ben vengano quindi studi socio-cognitivi atti a comprendere i meccanismi – e se possibile porvi rimedio - che portano a fare scelte “falsate” dal pregiudizio”.
 
Secondo il paradigma tradizionale, l’economia studia le scelte di un essere umano razionale e auto-interessato, il cosiddetto homo oeconomicus. L’homo oeconomicus sceglie tra le diverse opzioni a sua disposizione in base alle proprie preferenze (per esempio: per investimenti sicuri, anche se a rendimento limitato, rispetto a investimenti più rischiosi anche se potenzialmente più redditizi), in base all’utilità che ne può trarre e secondo calcoli razionali.
 
“Nell’ambito di questo paradigma,” afferma Gennaioli, “anche decisioni apparentemente non razionali o non auto-interessate vengono spiegate con preferenze particolari, nutrite da alcuni soggetti. Se lascio una mancia a un tassista che non vedrò mai più, per esempio, è per una mia preferenza per l’apparire generoso.”
 
La reiterata osservazione dell’incoerenza delle nostre scelte ha finito per mettere in crisi l’approccio tradizionale già da tempo. Una prima alternativa, quella dell’economia e finanza comportamentale, introduce i cosiddetti “bias” cognitivi, distorsioni che non ci consentono di fare la scelta più razionale.
 
“Anche in questo caso, però, si cerca di giustificare scelte considerate anomale,” spiega Gennaioli. “Un approccio più radicale, al quale sto lavorando con colleghi quali Pedro Bordalo, Rafael La Porta e Andrei Shleifer, si distacca più decisamente da quello tradizionale e postula che tutte le nostre scelte siano determinate dagli stessi meccanismi psicologici. In particolare, stiamo delineando un paradigma in cui hanno una funzione determinante la memoria selettiva e l’attenzione selettiva.”
 
L’approccio è già stato applicato, da Gennaioli e altri studiosi, a situazioni reali come la valutazione del rischio comportato dal Covid (chi aveva sperimentato la grave malattia di un parente nei mesi precedenti la pandemia tendeva a considerare il Covid più rischioso di chi non aveva avuto problemi recenti) o le scelte di investimento (nei momenti di mercato positivo, gli individui sembrano ricordare soprattutto gli investimenti passati di maggiore successo e tendono ad assumersi più rischi, e viceversa quando il mercato scende).
 
Barbara Orlando
Responsabile Ufficio Stampa
Universita' Bocconi
Tel. 02.5836.2330
Cell. 335.123.1716
E-mail barbara.orlando@unibocconi.it
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