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Comunicati stampa Bocconi | 21/05/2020
Aspettativa di vita: il costo della pandemia in Lombardia e Piacenza

Aspettativa di vita: il costo della pandemia in Lombardia e Piacenza

UNO STUDIO DI SIMONE GHISLANDI DEL COVID CRISIS LAB DELLA BOCCONI CALCOLA DI QUANTO DIMINUIRA' L'ASPETTATIVA DI VITA A BERGAMO, BRESCIA, CREMONA, LODI E PIACENZA. QUESTA PANDEMIA E' L'EVENTO CON I COSTI UMANI MAGGIORI MAI VISTO DAL SECONDO DOPOGUERRA AD OGGI, CONCLUDE IL RICERCATORE

All’inizio della cosiddetta Fase 2, è possibile proporre una prima valutazione del costo umano associato alla prima ondata epidemica di COVID-19 del mondo occidentale. 

È quanto ha fatto Simone Ghislandi, professore associato di health economics e ricercatore del nuovo Covid Crisis Lab della Bocconi, il laboratorio interdisciplinare per lo studio dell’impatto della pandemia.

Nello studio News from the front: Estimation of excess mortality and life expectancy in the major epicenters of the COVID-19 pandemic in Italy Ghislandi calcola l’impatto del COVID-19 sull’aspettativa di vita stagionale (1 Gennaio-15 Aprile) e annuale (2020) delle province e regioni maggiormente colpite dall’epidemia: Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Piacenza e la Regione Lombardia. “Il nostro approccio si distingue per due aspetti”, spiega il ricercatore del Covid Crisis Lab che per questo studio ha lavorato con Benedetta Scotti sempre della Bocconi e due ricercatori del Wittgenstein Centre for Demography and Global Human Capital di Vienna. “Innanzitutto, consideriamo la mortalità in generale, non solo i decessi classificati come COVID-19. Questo principalmente perché è molto probabile che i decessi ufficiali in Italia sottostimino gli effettivi decessi direttamente e indirettamente causati dall’epidemia. In secondo luogo, il nostro  focus è su aree specifiche.  Questo perché le ondate epidemiche in Italia sono state principalmente localizzate in certe province e calcolare l’aspettativa di vita sull’intera nazione sottostimerebbe moltissimo l’impatto dell’epidemia”. 

Basandosi sui dati che ISTAT ha fornito riguardanti il numero di morti per comune per le province considerate e confrontandoli con la mortalità degli anni precedenti, lo studio calcola che: 
1.    In alcuni comumi la mortalità nel periodo 1 Gennaio-15 Aprile è cresciuta di più del 300%.
2.    L’età è il fattore di rischio più rilevante. In Lombardia, gli ultrasettantenni hanno mostrato una eccesso di mortalità 66 volte superiore a quella degli under 60. 
3.    Gli uomini hanno un rischio relativo di morire (sempre calcolato in termini di eccesso di mortalità) maggiore, fino a 2,5 volte il rischio delle donne.
4.    La riduzione di aspettativa di vita nel periodo 1 Gennaio-15 Aprile è drammatica: per i maschi, quasi 8 anni a Bergamo (a scendere fino a 5,1 a Brescia), per le femmine 5,8 anni a Bergamo (a scendere fino a 3,2 a Piacenza). 
5.    Proiettando i (pochi) eccessi di mortalità rimanenti per “chiudere” il ciclo dell’epidemia  e assumendo che la mortalità nel periodo post-covid ritorni ai trend storici, la perdita di vita attesa a Bergamo, la provincia più colpita, è di 3,5 anni per gli uomini e 2,5 per le donne. Altre province hanno riduzioni meno marcate, ma comunque significative.

“In sostanza, per queste province, e soprattutto per Bergamo, si tratta dell’evento con i costi umani maggiori mai visto dal secondo dopoguerra ad oggi”, conclude Ghislandi.
Barbara Orlando
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