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Comunicati stampa Egea | 26/07/2005

Un sociologo alle radici del terrore islamico

AL-QAEDA, NO GLOBAL, IL BUSHISMO E AUM SHINRIKYO NELL’ANALISI DI MANUEL CASTELLS. LA NUOVA EDIZIONE DEL “POTERE DELLE IDENTITà” COMPLETA LA VERSIONE DEFINITIVA DELL'”ETà DELL’INFORMAZIONE”

 

Manuel Castells
L’Età dell’informazione.
Tre volumi indivisibili in cofanetto
Università Bocconi Editore, Milano
1.684 pagine, 90 euro

La nascita della società in rete
(L’Età dell’informazione, volume I)
Università Bocconi Editore, Milano
638 pagine, 34,50 euro

Il potere delle identità
(L’età dell’informazione, volume II)
Università Bocconi Editore, Milano
540 pagine, 34,50 euro

Volgere di millennio
(L’età dell’informazione, volume III)
Università Bocconi Editore, Milano
482 pagine, 34,50 euro

Con la pubblicazione della seconda edizione del Potere delle identità i lettori italiani sono i primi a disporre della traduzione della versione definitiva dell’Età dell’informazione, l’opera del sociologo Manuel Castells che si pone a fondamento di ogni interpretazione metodologicamente rigorosa dei cambiamenti economici, sociali e politici che hanno interessato il mondo a cavallo tra il secondo e il terzo millennio. L’edizione UBE comprende ora le seconde edizioni di tutti e tre i volumi, pubblicate in inglese tra il 2000 e il 2004, che Castells ha esplicitamente dichiarato di non voler più aggiornare.

Il primo volume, La nascita della società in rete, muove dalle fonti sociali del nuovo dinamismo tecnologico per analizzare e spiegare i cambiamenti di un’economia sempre meno industriale e sempre più informazionale. Le reti globali rubano il palcoscenico alle imprese locali creando nuova ricchezza, ma anche nuove disuguaglianze e nuove esclusioni.

Il secondo volume, Il potere delle identità, affronta le conseguenze politiche e sociali del conflitto tra la nuova organizzazione a rete e le nuove e vecchie identità. Castells analizza le origini e il funzionamento dei più dirompenti movimenti resistenziali (milizie americane, zapatisti, fondamentalisti islamici, Aum Shinrikyo e no global) e progettuali (ambientalismo e femminismo) del nostro tempo secondo uno schema che ne indaga l’identità, gli avversari percepiti e gli obiettivi dichiarati, con una forte attenzione alle tattiche informazionali e mediatiche. “Il vero obiettivo della mobilitazione degli attivisti sono le menti delle persone di tutto il mondo (...)”, scrive del movimento no global, ma in termini che valgono anche per gli altri. “Noi però viviamo nell’Età dell’informazione, un’età in cui la gente tende a formarsi l’opinione sulla base di immagini e suoni elaborati dai media. Perciò il movimento interviene su questo processo di formazione/informazione dell’opinione pubblica attraverso due canali fondamentali: da una parte, introducendo messaggi nuovi sui media mainstream; dall’altra creando un sistema di media alternativi per raggiungere le persone attraverso reti di comunicazione orizzontali”. Oltre all’analisi del movimento di Seattle-Genova-Mumbai, le novità della seconda edizione sono le analisi delle radici del terrore di Al-Qaeda e dell’unilateralismo dell’America di Bush. In particolare, vi si trova la prima analisi scientifica delle origini e dei possibili sviluppi del terrore fondamentalista.

Con il terzo volume, Volgere di millennio, Castells descrive le traiettorie percorse dalle civiltà dei nostri giorni: Africa, America, Asia (compresa una lucida analisi della Cina) e Unione Europea, ma anche l’ex Unione Sovietica e l’America Latina alla luce dell’allarmante sviluppo di un’economia criminale globale.

Quello di Castells è un viaggio dantesco nella modernità, dal momento che la sua opera riflette 15 anni di partecipazione diretta oltre che di letture maniacali. Il sociologo scrive degli zapatisti avendo conosciuto sia il subcomandante Marcos sia gli esponenti del Pri messicano; dei no global avendo partecipato alle loro mobilitazioni, del “saccheggio della Russia” essendo stato consigliere di Eltsin. È stato consigliere di Mandela e ora lo è di Zapatero.

Il suo metodo è basato sull’osservazione attenta e continua e Castells non esprime mai forti giudizi di valore, anche se è chiara la sua visione del mondo secolarizzata, libertaria ed egualitarista, ma non anticapitalista. Ne risulta un sapere orientato all’azione per un’opera tradotta in più di 20 lingue e letta con uguale interesse dai policy-maker, dagli attivisti, dai protagonisti della nuova economia in rete e dagli accademici di tutto il mondo.

Manuel Castells (1942) è professore emerito alla University of California, Berkeley, dove per vent'anni ha insegnato sia sociologia sia pianificazione urbana. È anche professore di ricerca e ispiratore e della cattedra di Società dell'informazione presso la Universitat Oberta de Catalunya di Barcellona. Specialista di sociologia urbana e dell'innovazione, Castells conosce da vicino Sudamerica, Russia, Cina e Asia, Africa ed è consigliere di numerosi governi progressisti e di varie organizzazioni internazionali. Insegnò negli anni Sessanta e Settanta a Nanterre e alla École des Hautes Études di Parigi, dove strinse il sodalizio intellettuale che tuttora lo lega ad Alain Touraine. Nelle prossime settimane gli verranno assegnate una cattedra in sociologia alla École des Hautes Études di Parigi e la direzione dell’Instituto de Sociología de las Nuevas Tecnologías dell’Universidad Autónoma de Madrid. Con la pubblicazione di L'Età dell'informazione, Castells ha cambiato i termini della visione sociologica del mondo contemporaneo, invitando paragoni con Max Weber e Karl Marx.

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APPROFONDIMENTO. Media e politica: quando il messaggero è il messaggio

L’indice del Potere delle identità

SCHEDA. Università Bocconi editore

Fabio Todesco

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