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Comunicati stampa Bocconi | 18/11/2019
La Bocconi studia come la criminalita' fa male all'economia

La Bocconi studia come la criminalita' fa male all'economia

INAUGURATA IERI L'ASSOCIATE PROFESSORSHIP IN ECONOMIC ANALYSIS OF CRIME DI PAOLO PINOTTI, FINANZIATA DA UN INDIVIDUO CHE HA SCELTO DI RIMANERE ANONIMO. IL CASO PUGLIESE E QUELLO DEL SOGGIORNO OBBLIGATO DIMOSTRANO GLI EFFETTI NEGATIVI DEL CRIMINE ORGANIZZATO SULLO SVILUPPO

La relazione causale tra la presenza della criminalità organizzata in un territorio e livelli più bassi del Pil pro-capite e tassi maggiori di disoccupazione può essere scientificamente provata, come ha fatto Paolo Pinotti nella Lectio Inauguralis della sua Associate Professorship in Economic Analysis of Crime, una cattedra per professore associato finanziata da un individuo privato che ha scelto di rimanere anonimo.
 
Pinotti ha dapprima analizzato il caso della Puglia. Fino a metà degli anni ’70, la regione era considerata un esempio virtuoso, con un’economia in forte crescita e tassi di criminalità in linea con quelli del Centro-Nord. Sono seguiti una sorta di colonizzazione della regione da parte della Camorra e della ‘Ndrangheta e lo sviluppo di un’organizzazione mafiosa autonomia, la Sacra Corona Unita, che consentono di isolare l’impatto della criminalità organizzata da altri fattori storici e geografici. «Ne risulta che l’avvento della criminalità organizzata ha determinato una riduzione tra il 15 e il 20% del Pil pro-capite regionale su un arco di 30 anni», ha detto Pinotti.
 
Anche l’analisi degli effetti di lungo periodo del soggiorno obbligato porta alle stesse conclusioni. Una politica finalizzata a rescindere i legami dei malavitosi con le organizzazioni criminali di appartenenza si è, nella realtà, tradotta nell’espansione della criminalità organizzata in alcune località del Nord. «Nei decenni successivi», ha detto Pinotti, «i comuni di destinazione si caratterizzano per una maggiore presenza della criminalità organizzata, una maggiore incidenza di fenomeni corruttivi e un tasso più alto di disoccupazione».
 
La crescita della corruzione e la sostituzione di investimenti privati con investimenti pubblici meno produttivi sono i canali attraverso i quali la criminalità organizzata incide negativamente sull’economia. Oltre alla corruzione, le organizzazioni criminali fanno anche un uso strategico della violenza, tanto che le analisi dimostrano che le intimidazioni nei riguardi di politici e amministratori si intensificano in prossimità delle elezioni e in misura proporzionale all’incertezza del loro esito.
 
Infine, l’analisi del funzionamento degli appalti dimostra che le procedure di aggiudicazione che garantiscono maggiore discrezionalità a politici ed amministratori locali comportano un maggiore rischio di aggiudicazione a imprese sospette, laddove la presenza delle mafie sul territorio sia diffusa, mentre hanno l’effetto benefico di accorciare i tempi nelle aree libere da infiltrazioni.
 
Nel corso della Lectio sono state presentate altre due iniziative della Bocconi legate all’analisi economica della criminalità: CLEAN (Crime: Law and Economic Analysis), un’unità di ricerca del Centro Baffi Carefin, e un nuovo insegnamento sul tema, Economic Analysis of Crime, dal secondo semestre di questo anno accademico.
Fabio Todesco

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