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Comunicati stampa Egea | 12/01/2007

I fondamenti economici dello Stato estetico

IL CORPO DIVENTA UN NOSTRO PRODOTTO, DA GESTIRE COME UN CAPITALE FINANZIARIO. LA RELAZIONE CON LO STATO è DI TIPO ECONOMICO E CHI PAGA PER DARCI UNA LUNGA VITA PRETENDE GARANZIE COME UN ASSICURATORE, DICE HERVé JUVIN

Hervé Juvin
Il trionfo del corpo
(prefazione di Natalia Aspesi)

Milano, Egea, 2006
200 pagine, 18 euro

Dopo la decisione di Zapatero di vietare la distribuzione di un hamburger ipercalorico e quella di Blair di penalizzare gli obesi nell’accesso alla sanità pubblica, i commentatori italiani hanno parlato di fasciosalutismo e di Stato estetico.

Eppure un simile atteggiamento da parte delle autorità pubbliche era stato previsto, e spiegato nei suoi fondamenti economici dal francese Hervé Juvin in un libro appena tradotto in italiano. Il trionfo del corpo (Egea, 2006, 200 pagine, 18 euro). La vita media si allunga a dismisura, la medicina ci offre infinite possibilità di riparazione, le tecniche di fitness ci garantiscono di rimanere in forma fino a tarda età, la cosmesi e la chirurgia estetica promettono bellezza eterna e il corpo finisce per porsi al centro delle nostre esistenze, prendendo il posto che era stato di Dio o della nazione.

Il corpo diventa un nostro prodotto, qualcosa da gestire al pari di un capitale finanziario, sul quale rivendicare il controllo totale, rifiutando ogni forma di determinazione che non sia dettata dalla nostra volontà. La sacralità del corpo è tale per cui diviene imperativo salvaguardarlo da qualsiasi rischio di danneggiamento e di turbativa, a costo di rinunciare a ogni altro principio (Juvin spiega una political correctness spinta all’isteria come rinuncia alla propria identità storica in cambio della tranquillità garantita dalla mancanza di attriti). In un’Europa che invecchia e non si riproduce la scarsa fertilità, rendendolo merce sempre più rara, contribuisce ad aumentare il valore del corpo.

Le forme tradizionali di relazione sono sostituite da relazioni ricalcate sul mercato, incentrate sul prezzo, in cui chi paga comanda e può decidere di imporre anche comportamenti privati. La gestione del corpo diventa oggetto di una politica che si dedica alla prevenzione dell’obesità e dell’alcolismo quanto alla redistribuzione del reddito, giustificando interventi tanto invasivi con il fatto che lo stato è costretto a impegnarsi a mantenere in vita quanto più a lungo i propri cittadini, pagando per la loro cura. Nella gran maggioranza dei casi, spiega Juvin, l’80% della spesa sanitaria si concentra negli ultimi sei mesi di vita di una persona, senza riuscire a incidere sulla sua qualità.

Il prossimo, inevitabile passo sarà il riconoscimento della libertà di morire, come atto finale della gestione economica del corpo. “La morte, sbarazzata dalla sofferenza, poi dalla paura e fra poco dalla coscienza, entrerà a far parte dell’universo della scelta e della volontà”, sostiene Juvin. Francese, si spinge ad affermare che la triade dei valori occidentali di libertà, uguaglianza e fraternità è ormai sostituita da quella di salute, sicurezza e piacere.

Il corpo-prodotto, con la mania del benessere e della salute, ha un radioso futuro anche perché apre nuovi, lucrosi mercati. “L’Evian crea una spa nel quartiere di lusso di Hong Kong, la Air Liquide si lancia nelle tecnologie delle cure a domicilio, l’Oréal investe nella cosmetica ospedaliera e nelle terapie cosmetiche, Danone inventa Il corpo che sorride per diffondere un modello di benessere tutto in semplicità e in fluidità”. In tutto il mondo (e da ieri, a conferma dell’attualità del libro, anche a Milano) si moltiplicano le cliniche specializzate nella modifica degli organi sessuali, spesso, afferma Juvin, secondo richieste dettate dai modelli di una pornografia sempre più diffusa.

Il trionfo del corpo-prodotto è all’origine della sessualizzazione della società, dal momento che godere del proprio corpo fino in fondo, mantenendone l’efficienza, diventa un dovere sociale (come il botox per i manager, ha recentemente affermato il Financial Times). Questa sessualizzazione, profetizza ancora Juvin, “sarà il vettore principale della trasformazione degli ospizi, delle case di riposo e delle residenze per gli anziani in generale. Queste anticamere della morte, per potere essere accettate, si rivestiranno con i colori dell’alcova, e la società applaudirà questo nuovo trucco che la aiuterà a dimenticare la morte”.

Hervé Juvin, vicepresidente dell’Associazione francese delle società di assicurazione ed editorialista di Le Monde, non teme di addentrarsi in risvolti profondi e taciuti, analizzando con disincanto e facondia le implicazioni etiche, sociali ed economiche della reinvenzione del corpo nel mondo occidentale.

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Fabio Todesco

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Barbara Orlando
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