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Bollywood ending
Francesco di Trani |
Per la verità, alcuni dei contatti per poter entrare nel dorato mondo di Bollywood Francesco li aveva già presi qualche settimana prima, quando, per uno study tour organizzato dalla Bocconi, aveva avuto modo di intervistare alcuni personaggi dell’ambiente. Tra questi, Jitesh Pillai, “il direttore di FilmFare, la più importante rivista cinematografica indiana”, spiega.
All’arrivo a Mumbai, tuttavia, Francesco è colto dallo sconforto: “Nonostante le mille promesse, per i primi dieci giorni non mi ha chiamato nessuno, anche perché le aziende indiane non sono abituate a ricevere stagisti. Ho avuto difficoltà a spiegare che non volevo essere pagato e che mi interessava solo imparare”. Grazie a Pillai, tuttavia, Francesco ottiene alcuni colloqui e finalmente è chiamato dalla Excel Entertainment, una delle case di produzione più importanti. La Excel aveva appena cominciato la lavorazione dell’attesissimo “Luck by chance”, colossal sul mondo del cinema indiano. “Ho passato le prime settimane in ufficio, tra software per l’organizzazione della produzione e previsioni di spesa, che per un film del genere sono molto complesse. Poi ho avuto accesso al set, dove ho lavorato sia per la prima che per la seconda unità. La prima si occupa di girare le scene con le star, la seconda, di quelle di contorno. Non avrei mai immaginato che mi avrebbero permesso di mettere piede sulle scene, in Occidente probabilmente non sarebbe mai avvenuto, soprattutto in film di questo calibro”.
Avvicinare star che sono ciò che Leonardo Di Caprio è per Hollywood, è l’occasione per fare qualche paragone: “Le stelle del cinema indiano sono ancora meno alla mano di quanto si dice siano quelle americane. Sono considerati come degli dei, ho visto produttori esecutivi, che teoricamente rappresenterebbero i capi ultimi visto che mettono i soldi, farsi in quattro personalmente per regolare la climatizzazione di una stanza, solo perché l’attrice aveva caldo”. Ma è anche l’opportunità per capire meglio le dinamiche di una cinematografia in espansione anche a livello internazionale, ma che ha diversi concorrenti sul suolo nazionale. “Non esiste solo Bollywood, ovvero il cinema in hindi. Ci sono anche Tollywood, la cinematografia in lingua telogu, che fa capo a Hyderabad, Kollywood, quella tamil, e Mollywood, la filmografia malayalam”. Un universo di cinema in lingua che è anche il più grande del mondo, con circa un migliaio di film prodotti ogni anno.
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