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| 15/07/2015
Il romanzo storico secondo Panto'

Il romanzo storico secondo Panto'

IL DIRIGENTE DELL'UNIVERSITA' SI AGGIUDICA IL CONCORSO LETTERARIO PROMOSSO DAL RESTO DEL CARLINO RACCONTANDO UNA STORIA DI EMIGRAZIONE DELLA FINE DELL'OTTOCENTO. CON UNO SGUARDO SULLA DRAMMATICA ATTUALITA'

C’è anche Giuseppe Pantò, responsabile del  Servizio immagine, multimedialità e pubblicazioni della Bocconi, tra i vincitori del Premio letterario “130 righe, un anno, una storia”, indetto dal Resto del Carlino per celebrare i 130 anni dalla sua fondazione. Un racconto breve, di massimo 130 righe,  ambientato in uno degli anni compresi tra il 1885 e il 2015 (anno che veniva assegnato a ogni autore dagli organizzatori), e quindi la proclamazione da parte della giuria, presieduta da Valerio Massimo Manfredi, dei dieci migliori racconti sugli oltre 500 inviati,  che verranno pubblicati in un volume in uscita con il quotidiano. “E’ una grande soddisfazione, soprattutto per chi, come me, è da sempre appassionato di storia e di un genere letterario oggi purtroppo poco diffuso in Italia come il romanzo storico”. Pantò, che ha vinto con il racconto “Noi che eravamo gli altri”, ambientato nel 1891 e che narra la vicenda di una famiglia italiana che emigra in cerca di fortuna in Sudamerica, non è un debuttante, due suoi romanzi, Chaturanga e Il cerchio del Diavolo, sono già stati pubblicati, ma questo risultato è stato accolto con particolare entusiasmo perché a premiarlo c’era uno dei massimi autori del genere, come Manfredi. “Il romanzo storico è un genere difficile perché la parte romanzata va inserita in un contesto storico reale, credibile per ambientazione, per il modo di parlare, per mille altri particolari. Prima di iniziare a scrivere bisogna studiare molto”.
Questo è il motivo per cui Giuseppe ha atteso tanto prima di mettersi a scrivere “sul serio”, quando gli impegni familiari, “le figlie sono diventate grandi”, spiega, gli hanno dato più spazio.  

“Ho incominciato a lavorare a Chaturanga nel 2009, quando è iniziata la fase di studio, è una vicenda che ripercorre la storia degli scacchi dal VI secolo, in India, fino al 1714 a Palermo, quando i Savoia succedono agli spagnoli. Da anni di sfarzo si passa a un periodo più morigerato. Su questa base storica si innesta poi la vicenda romanzata”. Primo nella genesi, Chaturanga, edito da Historica nel 2015, non è però il primo romanzo che Giuseppe Pantò ha dato alle stampe. Nel 2013 infatti, con Il cerchio del Diavolo, autopubblicato su Amazon, Giuseppe decide di partecipare al concorso Big Jump, indetto da Amazon e Rizzoli, che si aggiudica per la categoria Romanzo storico. “E nel 2014 viene pubblicato proprio da Rizzoli. E’ una storia ambientata nella Milano di fine ‘700, che si appresta a vivere l’epoca Napoleonica, un periodo di grande trasformazione”. Giuseppe ha nel cassetto anche un noir e un thriller, già pronti ma sui quali non ha ancora preso decisioni. Ma si capisce che il cuore lo porta sempre all’amato romanzo storico, “che rappresenta un viaggio nel tempo, non ho la stessa passione per gli anni che vivo in prima persona”. Sogni nel cassetto ce ne sono molti, così come i progetti. Uno, però, è più concreto degli altri: “Sto scrivendo un libro sull’Italia coloniale, tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900. Con due guerre alle porte,  è un’epoca di cambiamenti forti e di contrasti, quelli che mi piace raccontare”.
 
Davide Ripamonti
Ufficio Stampa
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