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| 03/10/2007
La donna è immobile. Nella Pa

La donna è immobile. Nella Pa

STENTA A FARSI LARGO IN CARRIERA; MENO DI UN TERZO DEL VERTICE NEL SETTORE PUBBLICO è ROSA. E' QUANTO EMERGE DA UNA RICERCA DELL'OCAP, L'OSSERVATORIO SUL CAMBIAMENTO DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE DELLA SDA BOCCONI

di Maria Cucciniello e Laura Macciò, entrambe assistant professor dell'Area pubbliche amministrazioni della Sda Bocconi

Poco numerose nei ruoli di responsabilità e molto rappresentate nei ruoli non dirigenziali: è questo il quadro della presenza femminile negli enti pubblici. La percentuale media di dirigenti donne in servizio negli enti territoriali italiani è infatti solo del 26,54% con uno scarto tra dirigenza femminile e dirigenza maschile pari a ben 46,93 punti percentuali. Tuttavia il rapporto si riequilibra quando si osserva il dato relativo al personale non dirigente: in media, il 48,5% del personale non dirigente è femminile, contro il 51,5% maschile.

Maria Cucciniello

Gli enti territoriali che fanno registrare la maggiore percentuale di dirigenti donne sono i ministeri; in particolare, il ministero per i beni e le attività culturali presenta il maggior numero relativo di dirigenti donne (42,7%) mentre il ministero delle politiche agricole e forestali il minore (16,4%). Il trend a livello aggregato viene confermato dall’analisi dei ruoli che le donne ricoprono all’interno della dirigenza ministeriale: la percentuale di dirigenti donne di prima fascia è del 19,3%, mentre la percentuale di dirigenti donne di seconda fascia sale al 32,5%.

Per regioni, province e comuni la presenza femminile nei ruoli dirigenziali e non dirigenziali mostra valori percentuali perfettamente in linea con l’andamento nazionale. Si riscontrano, però, importanti differenze geografiche, soprattutto a livello regionale e locale: le regioni ed i comuni capoluoghi di provincia del nord mostrano una maggiore presenza di dirigenti donne. I dati relativi alle regioni, infatti, indicano che, a fronte di un dato medio del 29,4% di dirigenti donne impiegato nelle regioni del nord, al sud si registra una percentuale media di dirigenti donne del 23,3% e quelle del centro del 28%. Ugualmente, sono i comuni del nord Italia a far registrare la maggiore presenza femminile all’interno della classe dirigente.

Laura Macciò

L’analisi condotta dall’Ocap, Osservatorio sul cambiamento delle amministrazioni pubbliche della Sda Bocconi, fa emergere chiaramente la debolezza della presenza femminile e evidenzia la bassa propensione del settore pubblico a riconoscere incarichi di responsabilità alle donne.

I risultati dello studio, infatti, indicano che, sia a livello aggregato che per categorie di enti territoriali, le donne continuano a essere sottorappresentate nella fascia dirigenziale a fronte di una concentrazione femminile elevata nei livelli lavorativi intermedi.

Ricercare le ragioni di tali situazioni è cosa alquanto difficoltosa, tuttavia è doveroso sollevare la questione e aprire un dibattito positivo circa la necessità di migliorare le proporzioni tra dirigenza maschile e dirigenza femminile nella pubblica amministrazione del nostro paese.

In questo periodo di accese discussioni sull’incentivazione della partecipazione delle donne alla vita politica ed economica, e sull’introduzione di quote rosa volte a garantirne l’adeguata rappresentanza nelle sedi istituzionali, si segnala, quindi, la necessità di un cambiamento di rotta anche nel settore pubblico.

 

% donne dirigenti su totale dirigenti

% donne non dirigenti su totale personale non dirigente

Ministeri

31,1%

50,1%

Regioni

26,6%

48,7%

Province

23,1%

40,7%

Comuni capoluogo di Provincia

25,34%

54,5%


Elaborazione Ocap su dati Rgs 2004
Andrea Celauro
Ufficio Stampa
Universita' Bocconi
Tel. 02.5836.2467
Cell. 366.6245.835
E-mail andrea.celauro@unibocconi.it
http://www.stampa.unibocconi.it
Barbara Orlando
Responsabile Ufficio Stampa
Universita' Bocconi
Tel. 02.5836.2330
Cell. 335.123.1716
E-mail barbara.orlando@unibocconi.it
http://www.stampa.unibocconi.it
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