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| 19/01/2015
 La riforma delle soprintendenze italiane,  il pensiero di  Baia Curioni

La riforma delle soprintendenze italiane, il pensiero di Baia Curioni

IL PROFESSORE DELLA BOCCONI, CONSULENTE DEL MINISTRO DARIO FRANCESCHINI, HA COLLABORATO AL DECRETO CHE RIORGANIZZA IL FUNZIONAMENTO DEI NOSTRI MUSEI

 
Il patrimonio artistico e culturale italiano è uno dei più cospicui al mondo, la ragione principale per cui ogni anno milioni di turisti approdano nel Bel Paese. Eppure, secondo l’opinione più diffusa, una sua migliore gestione e promozione ne consentirebbero una valorizzazione ancora maggiore. In proposito, è molto importante il parere di Stefano Baia Curioni, che si occupa di arte da due prospettive, quella di professore universitario presso il Dipartimento di analisi delle politiche e management pubblico alla Bocconi, dove è anche vicepresidente del Centro Art, Science e Knowledge (Ask) e, dallo scorso settembre, di consulente del ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini, proprio per la riforma partita ufficialmente il 23 dicembre. 

“La considerazione di fondo”, spiega Baia Curioni, “è che a seguito della sempre maggiore complessità del comparto cultura rispetto agli anni 70, quando il ministero venne istituito, è sempre più difficile addensare nelle mani di un’unica figura, quella del sovrintendente, le funzioni di tutela del patrimonio artistico e quelle di diffusione e promozione”.  E’ necessario quindi muoversi verso una responsabilizzazione specifica che ha come conseguenza diretta la creazione dei musei come istituzioni e di 20 musei autonomi, i principali, e di altri 480 raggruppati in reti regionali. “I 20 musei più importanti, a loro volta divisi in 7 di prima fascia e 13 di seconda fascia”, continua Baia Curioni, “saranno affidati a direttori possibilmente reclutati anche sul mercato internazionale, che ,una volta nominati, saranno chiamati a sviluppare una progettazione di medio termine. Godranno  di un’autonomia speciale ma definita nell’ambito del decreto e avranno ciascuno un consiglio d’amministrazione e un comitato scientifico ”.

L’ambizione  e la speranza, non tanto nascoste, del ministro Franceschini e di chi, come Baia Curioni, lavora con lui,  sono quelle di attrarre le migliori intelligenze italiane e internazionali: “I nostri musei sono di assoluta rilevanza mondiale”, aggiunge il professore della Bocconi, “e anche se restano ancora diversi nodi da sciogliere, come per esempio quello del personale, che anche nei musei autonomi resta di fatto gestito e pagato direttamente dal ministero, la portata di questa riforma è davvero ampia”.
 Il bando pubblicato sull’Economist , in scadenza il 15 febbraio, per la ricerca dei 20 direttori dei musei autonomi, è il primo segnale del cambiamento in atto.
 
Davide Ripamonti
Ufficio Stampa
Universita' Bocconi
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