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Comunicati stampa Egea | 27/04/2007

Destra e sinistra: le salverà la società aperta

LA GLOBALIZZAZIONE HA CAMBIATO PER SEMPRE LA POLITICA. SOLO DECLINANDO LIBERTà E UGUAGLIANZA SU SCALA PLANETARIA DESTRA E SINISTRA RITROVERANNO COERENZA, EVITANDO SCOMPENSI ECONOMICI E INVELENIMENTO IDEOLOGICO

Carlo Bastasin
Destra e sinistra
Politiche chiuse, società aperta
Università Bocconi editore, 2007
250 pagine 19 euro

Quando “si celebra incessantemente la fine della politica e della dialettica destra-sinistra”, si dimostra solo che “entrambe in realtà non smettono mai di finire”. Destra e sinistra - libertà e uguaglianza - rappresentano ancora la chiave di lettura adottata dai cittadini per esprimere la propria volontà in tutti i sistemi democratici basati sull’alternanza.

Eppure è innegabile che, in Italia come in gran parte del mondo, destra e sinistra abbiano assunto connotati difficilmente riconoscibili e siano categorie sempre meno decisive al fine di predire le politiche concrete, scrive Carlo Bastasin in Destra e sinistra. Politiche chiuse, società aperta (Università Bocconi editore, 2007, 250 pagine, 19 euro). “Pensiamo all’Italia: la destra dovrebbe liberalizzare i mercati e se ne guarda bene, mentre è ciò che, nel migliore dei casi, fa la sinistra. La sinistra dovrebbe preoccuparsi di aumentare l’occupazione aprendo il mercato del lavoro, ma, salvo che negli anni Novanta, lascia che di ciò si occupi la destra”. E nel resto del mondo regna la stessa incertezza. Ovunque, inoltre, a fronte di politiche confuse e difficilmente definibili, si intensifica lo scontro ideologico.

Bastasin individua la ricomposizione del rompicapo nella zona di convergenza tra economia e politica. Nell’epoca della globalizzazione e delle interdipendenze l’asse veramente decisiva, sostiene, non è destra-sinistra, ma società aperta-società chiusa. “È possibile dichiararsi di destra o di sinistra senza aver spiegato in quale rapporto ci si pone con lo sviluppo della comunità globale? No, non è possibile, non è onesto”.

E invece la politica elude la spiegazione e mantiene il riferimento nazionale, decontestualizzato, senza riuscire comunque a isolarsi dalle dinamiche economiche planetarie. Destra e sinistra si ridefiniscono, così, secondo una chiusura selettiva che Bastasin definisce “protezionismo di parte”, ovvero “un protezionismo che mira a tutelare gli interessi solo dei propri elettori, esponendo invece alla durezza della concorrenza globale il resto del paese”. La sinistra protegge il lavoro, lasciando che sia il capitale a sostenere l’impatto della globalizzazione; la destra salvaguarda il capitale, facendosi scudo del lavoro. Ne derivano scompensi che incattiviscono le relazioni tra le parti, rafforzando le identità contrapposte e invelenendo il clima politico.

Le richieste di depoliticizzazione o di bipartisanship, che si levano da parte di chi non tollera più una simile situazione, andrebbero perciò rimodulate, secondo Bastasin, in appelli all’apertura della società.

E invece “non c’è ancora in politica una capacità di visione che ponga l’apertura, anziché la chiusura, al centro dell’azione di destra e sinistra”.

Nella convinzione che non basti distruggere le vecchie mappe, ma se ne debbano indicare di nuove, Bastasin suggerisce i possibili connotati di una nuova destra e una nuova sinistra, finalmente espressioni di una società aperta. “In Europa”, scrive, “la destra che punta alla libera iniziativa individuale attraverso lo strumento dei mercati, in una logica di apertura, dovrebbe sostenere la piena integrazione dei frammentati mercati nazionali, dovrebbe essere pro-europea e anti-nazionalista, e dovrebbe sostenere la funzione pubblica del mercato anche contro gli interessi privati che tendono ad appropriarsene. La sinistra che vede nella scelta in funzione del benessere collettivo e nella correzione dei fallimenti del mercato il ruolo e la legittimazione dello stato, dovrebbe preoccuparsi di rendere tale ruolo il più efficiente possibile fino a tagliarlo su misura sui bisogni di ogni cittadino, fino cioè a concepirlo come un fornitore di servizi con qualità private da parte di funzionari meritevoli in base alla propria efficiente risposta ai bisogni del cittadino. Mercati pubblici e stati privati sono però l’opposto della risposta che a destra e sinistra, in Europa e in America, si sta manifestando nei confronti della globalizzazione”.

Carlo Bastasin è inviato speciale della Stampa, di cui è stato vicedirettore fino al 2005. In precedenza, dal 1989 al 1999, era stato corrispondente del Sole-24 Ore da Berlino e Francoforte.

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