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| 10/10/2012
Poteri sanzionatori e limiti dell'Antitrust

Poteri sanzionatori e limiti dell'Antitrust

IL PRESIDENTE DELL'AUTORITÀ, GIOVANNI PITRUZZELLA, OSPITE IN BOCCONI A UN INCONTRO ORGANIZZATO DALLA SCUOLA DI GIURISPRUDENZA

Sanzionare, per punire e, nello stesso tempo, essere da monito nei confronti di chi intenda adottare comportamenti illeciti, oppure accogliere gli “impegni”, per consentire alle aziende in difetto di cambiare il proprio comportamento? E, se si decide per la sanzione, di quanto erogarla affinché sia efficace ma nello stesso tempo, soprattutto nei periodi di crisi, non ottenga il risultato di ridurre sul lastrico l’impresa stessa? Di questo e dei rapporti tra i Tribunali amministrativi regionali e l’Autorità garante della concorrenza e del mercato si è parlato nel corso dell’incontro, organizzato dalla Scuola di Giurisprudenza dell’Università Bocconi, “Potere sanzionatorio dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato e sindacato del giudice sulle sanzioni irrogate”, alla presenza del presidente dell’Autorità, Giovanni Pitruzzella, e di Giuseppe Franco Ferrari, ordinario di Diritto pubblico comparato alla Bocconi, introdotti dal direttore della Scuola di Giurisprudenza, Stefano Liebman.

“In tema di accertamento ed erogazione delle sanzioni”, ha spiegato Pitruzzella, “ci muoviamo nel contesto dell’ordinamento europeo, più che secondo la legge italiana. Le sanzioni erogate dall’Europa sono molto alte, potendo arrivare fino al 30% del valore delle vendite per ogni anno di commissione dell’illecito. Basti dire che nel 2009 a livello europeo sono state erogate sanzioni per un valore di 9.648 milioni di euro”. Gli illeciti punti più duramente sono i “cartelli”, che minano la concorrenza a danno dei consumatori e che, per essere scoperti, richiedono un’attenta indagine investigativa basata su analisi economiche. “E’ stata introdotta una misura alternativa a quella delle sanzioni, denominata ‘impegni’, secondo la quale l’impresa che sa di essere sottoposta a indagine può”, continua il presidente dell’Autorità, “appunto ‘impegnarsi’ a modificare il proprio comportamento per rientrare nelle regole”. Questa modalità rischia in parte di attenuare la portata di esempio insita nella sanzione, al punto che, come ha dichiarato ancora Pitruzzella, “oggi cerchiamo di far coesistere le due opzioni, tenendo però ben presente che non deve essere minata l’efficacia delle sanzioni. Ricordo che, durante la crisi del ’29 negli Stati Uniti, l’attenuazione delle norme antitrust portò a un inasprimento della crisi stessa. La concorrenza, al contrario, porta benefici all’economia”. Un altro aspetto sul quale si è soffermato Pitruzzella è quello dei rapporti con i Tribunali amministrativi regionali: “Il Tar raramente annulla le nostre sanzioni”, ha spiegato il presidente, “ma molto spesso le riduce e qui si torna al punto già toccato prima. Se le pene sono troppo basse, alle aziende conviene correre il rischio e le multe diventano  inefficaci”.
Davide Ripamonti
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