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Comunicati stampa Egea | 05/06/2006

La legislazione è solo l'ultimo passo

IN UN'INTERVISTA PAUL LONDON RACCONTA I SEGRETI DEL CONSENSO BIPARTISAN NEGLI USA IN TEMA DI CONCORRENZA

Uno sviluppo economico sostenuto dalla concorrenza, grazie a politiche forti appoggiate da un altrettanto forte consenso bipartisan . È stato questo il propulsore della prosperità americana secondo Paul A. London, già sottosegretario nell’amministrazione Clinton, autore di ‘Concorrenza. Il segreto bipartisan della prosperità americana’ (Università Bocconi editore, Milano, 2006). Ne abbiamo parlato con l’autore.

Quale è stata la strada per ottenere queste politiche concorrenziali di successo?Innanzitutto negli Usa sono tutti d’accordo che la concorrenza è una buona cosa, è questo è già un fondamentale punto di partenza. E, sopratutto, questo consenso negli anni ha trovato riscontro sia nei Democratici che nei Repubblicani con il sostegno forte di presidenti come Ford, Carter e Reagan. Poi c’è stato l’apporto dei tribunali con giudici che hanno promosso la concorrenza per via giudiziariaesprimendosi sulle controversie. Altro tassello è stato la nomina nelle varie autorità di regolamentazione di persone che sostenevano, e hanno spinto, l’apertura dei mercati. Come John Robson, nominato da Ford nel 1975 alla presidenza della Civil Aeronautics Board, che ha iniziato a spingere la concorrenza nei cieli americani.
E poi è arrivata la legislazione.

Solo alla fine arriva la legislazione?
Si. Bisogna tenere sempre presente che per ottenere risultati in tema di concorrenza la strada è lunga e la pressione deve essere esercitata a lungo termine. Negli Usa è stato un processo lungo e spesso la legislazione è arrivata solo alla fine. Nel settore aereo, per esempio, alcuni vettori hanno sfruttato fino al limite varchi e finestre nella legislazione esistente per aprirsi degli spazi prima di ottenere le leggi che aprivano definitivamente il mercato. Non bisogna invocare subito leggi ma fare pressione su tutti gli attori: politici, tribunali e consumatori.

Come descrive nel libro, soggetti privati hanno svolto un lavoro fondamentale nel aprire i mercati.
In ogni settore un impulso fondamentale è stato dato dall’ingresso di nuovi arrivati, imprenditori privati con nuove idee e grandi energie. Come Sam Walton e la sua Wal-Mart nel settore della grande distribuzione e Jack Goeken di MCI nel settore delle telecomunicazioni. Ogni settore ha avuto una storia a sé ma sia i politici sia questi nuovi arrivati erano concordi nel considerare la concorrenza come un valore. Spesso essi stessi non potevano immaginare il successo ottenute da queste politiche. Nessuna poteva immaginare che le tariffe telefoniche sarebbero scese del 50-60% o che l’ingresso nel mercato Usa delle case automobilistiche tedesche e giapponesi avrebbe tenuto cosi basso il prezzo delle vetture. Anche i consumatori hanno avuto un ruolo importante, ma sono stati sempre i politici a difendere i nuovi arrivati e prendere le decisioni difficile in materia di antitrust.

Lei rintraccia le radici della concorrenza nei padri fondatori degli Usa.
La costituzione Usa e strutturata in modo da sostenere la concorrenza politica e il principio della competizione è fondamentale anche per lo sviluppo economico. I padri fondatori capirono che la competizione economica porta alla crescita e innovazione. Bisogna, infatti, ‘liberare le energie delle persone’, come disse Woodrow Wilson cent’anni fa. Anche in Europa oggi ci sono persone con grandi idee e ci vuole un sistema politico che liberi queste energie.

Quali sono le prospettive per l’Europa in tema di concorrenza?
L’Europa è piena di talento e di persone che capiscono l’importanza della concorrenza e queste energie vanno sfruttato. In paesi come Finlandia, Svezia e Olanda, dove c’è un sistema più concorrenziale, i benefici sono chiari per tutti. Ma bisogna capire che la lotta per ottenere l’apertura dei mercati, e politiche e leggi a favore, è lunga e dura. L’economia è facile, la politica è difficile.

Tomaso Eridani
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